Su la.Stampa.it, Stefano Massarelli, introduce un tema molto delicato e sentito per uomini e donne: la calvizia. Il giornalista ha raccolto vari studi intrapresi dalla rivista scientifica Jama Dermatology, dove si accerta che la maggior parte dei soggetti che soffre di calvizie, vive questo disturbo in maniera negativa e nei casi peggiori, anche depressiva. L’evoluzione scientifica ha però trovato nuovi metodi per attenuare questo inestetismo cutaneo. Stefano Massarelli ha chiesto il parere del dermatologo e direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, Antonino Di Pietro, per comprendere quali sono i nuovi trattamenti a cui possiamo sottoporci in caso di calvizie.
Il trattamento PRP
Il professor Di Pietro chiarisce come funziona il trattamento PRP che si avvale dell’utilizzo del plasma sanguigno. Un trattamento che ha creato pareri contrastanti, ma che risulta essere quello più efficace. Ma come funziona? Il PRP consiste nell’iniettare nel cuoio capelluto un concentrato di sostanze ricavate dal plasma che aiutano i centri nevralgici del capello nella crescita, ricrescita e nel rinvigorimento. Studi internazionali, commenta il dermatologo, hanno verificato come nell’80% dei pazienti che si sono sottoposti a queste sedute il risultato è stato efficace.
Il dermatologo Di Pietro sottolinea come un trattamento PRP sia disponibile solo in alcuni centri specializzati con appositi macchinari studiati per isolare i fattori di crescita del plasma. Di Pietro, afferma:
«È stato osservato che la riuscita di questa tecnica dipende molto dalla preparazione utilizzata per isolare i fattori di crescita dal plasma. Anche il semplice utilizzo della centrifuga per isolare il plasma arricchito di piastrine può avere influenza sui risultati del trattamento»
La ricerca
Per ottenere risultati più evidenti da questo trattamento, meglio iniziare con le sedute appena cominciano a verificarsi i primi sintomi di alopecia o calvizia. Se la perdita di capelli è in uno stato avanzato è difficile che il trattamento PRP possa dare i risultati sperati perché ormai il bulbo pilifero si trova in un stato di atrofia, afferma il dermatologo. Sono tanti i nuovi studi e le nuove ricerche che puntano ad affinare il trattamento PRP per un’efficacia più incisiva anche nei casi in cui le calvizie sono ad uno stato avanzato.