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Unghie incarnite: le cause e i rimedi

L’unghia incarnita, il cui nome scientifico è onicocriptosi, è una malattia del piede che insorge quando un angolo appuntito dell’unghia penetra nella pelle, provocando dolore e forti infezioni, che per essere curate, spesso, richiedono l’intervento di uno specialista.
Questa patologia del piede inizia a comparire intorno ai 20-30 anni con una maggiore incidenza sulla popolazione maschile e, se trascurata, può provocare gravi lesioni non solo all’unghia malata, ma anche a tutta la falange. L’unghia incarnita all’alluce è certamente la forma più comune, ma il problema può colpire anche le altre dita del piede.

Le cause dell’unghia incarnita

A causare la formazione delle unghie incarnite concorrono numerosi e diversi fattori, la maggior parte dei quali sono di natura traumatica. Tra le principali cause, infatti, c’è l’uso di scarpe troppo strette, una scarsa igiene del piede e l’utilizzo di calzini sintetici: quando l’unghia del piede è sottoposta a una forte pressione o a un’eccessiva sudorazione tende a non crescere più regolarmente, fino a entrare lateralmente nella pelle.

Altri fattori che possono portare alla formazione dell’unghia incarnita sono infezioni da funghi, malattie delle unghie, ma anche diabete, obesità, postura scorretta e, ancora, artrite, deformazioni congenite del piede, dita molto lunghe e interventi chirurgici non eseguiti correttamente.

Come curare l’unghia incarnita

Tra i rimedi per l’unghia incarnita il più diffuso consiste nell’applicazione di un antibatterico affiancato a numerosi pediluvi in acqua calda; in questo modo la pelle si ammorbidirà favorendo l’uscita dell’angolo incarnito. In alternativa si può anche inserire un batuffolo di cotone sotto all’unghia, così da permetterle di crescere correttamente.

Oltre a questo trattamento conservativo dell’unghia incarnita, si possono utilizzare dei bendaggi elastici, una sorta di cerotto elastico che riduce la pressione sull’unghia e favorisce la fuoriuscita del pus. Un altro metodo non chirurgico sviluppato negli ultimi anni consiste nell’applicazione di un tutore direttamente nell’unghia affetta dall’infezione; questa sorta di molla fa sì che l’unghia riprenda la sua naturale curvatura, tornando a crescere in modo adeguato.

Il miglior trattamento dell’unghia incarnita grave è la fenolizzazione: si tratta di un intervento medico che viene effettuato in anestesia locale e ha una durata complessiva di circa 30 minuti. È un intervento nel quale si utilizza il fenolo alla concentrazione dell’88% al fine di distruggere chimicamente la matrice laterale dell’unghia. Il fenolo ha diverse proprietà che lo rendono insostituibile per questo tipo di intervento:

  • ha proprietà antisettiche, quindi evita la comparsa di infezioni e non rende necessaria la terapia antibiotica né prima né dopo l’intervento;
  • ha proprietà anestetiche e quindi fa sì che il post-operatorio non sia doloroso;
  • ha proprietà cicatrizzanti per cui dopo 2-4 settimane dall’intervento il dito è in genere completamente guarito.La fenolizzazione ha il vantaggio di produrre ottimi risultati estetici, di essere scarsamente invalidante e dolorosa, e di avere elevate probabilità di successo definitivo (oltre il 95%). L’unica controindicazione riguarda i pazienti con disturbi circolatori gravi.

Come prevenire l’onicocriptosi

Uno degli errori più comuni che vengono fatti è quello di credere che un taglio arrotondato dell’unghia prevenga il problema; in realtà, è meglio preferire un taglio più dritto e squadrato, così che le unghie possano continuare a crescere lungo la loro sede naturale. Anche la lunghezza deve essere curata; le unghie troppo corte sono più predisposte a incarnirsi.
L’altro elemento da non sottovalutare per prevenire le unghie incarnite sono le scarpe. Mai utilizzare scarpe troppo strette, soprattutto in punta, perché impediscono all’unghia di crescere dritta, né tanto meno scarpe slacciate. Camminando con delle calzature troppo larghe, infatti, si sottopongono le unghie a una pressione troppo forte, che ne può causare una crescita alterata.

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