Nel ventaglio dei tanti disturbi che possono interessare la pelle, le dermatiti da contatto sono una delle problematiche più diffuse. Queste infiammazioni cutanee interessano soprattutto alcune categorie di lavoratori che, nell’atto di svolgere le loro mansioni quotidiane, sono costantemente a contatto con sostanze pericolose e irritanti. In questo articolo approfondiremo l’argomento, focalizzando in particolar modo l’attenzione sui test epicutanei, ovvero gli specifici esami per diagnosticare le reazioni allergiche da contatto.
Patch Test: ecco cos’è il test allergologico diagnostico
Il patch test o test epicutaneo è un test allergologico che funge da strumento essenziale per la diagnosi delle dermatiti da contatto. L’esame viene eseguito in ambulatorio, applicando sulla pelle del paziente alcuni cerotti che sono successivamente rimossi dopo 48-72 ore dalla loro applicazione.
Per eseguire il test epicutaneo si fa uso di appositi pannelli costituiti da svariate sostanze, chiamate apteni. I pannelli sono disposti in cellette singole di materiale anallergico, fissate su un cerotto che viene applicato sulla pelle sana del paziente, di solito sulla schiena.
Dopo 48-72 ore i cerotti utilizzati per effettuare l’esame sono rimossi e si documenta l’eventuale presenza di reazioni allergiche in corrispondenza di uno o più apteni.
In concomitanza con l’esecuzione dei test epicutanei, il paziente può tornare alla sua vita normale, seguendo però alcune accortezze, tra cui quella di non esporsi al sole e quella di non bagnare i cerotti.
Test epicutanei: gli allergeni del patch test
Di fatto, durante il patch test vengono esaminati sui 30/40 allergeni. Rientrano nel pannello degli allergeni testati le sostanze con cui noi tutti entriamo abitualmente a contatto nella vita di tutti i giorni. Tra gli allergeni del patch test sono quindi ad esempio inclusi:
- metalli, come nichel, cobalto, potassio bicromato ecc.
- coloranti come parafenilendiammina, disperso blu, disperso rosso ecc.
- svariati ingredienti presenti nei profumi;
- alcuni farmaci;
- specifici conservanti;
- sostanze presenti nei prodotti in gomma, come il tiuram;
- sostanze presenti nei cosmetici, come i parabeni.
Dermatite da contatto: un’irritante infiammazione della pelle!
Con il passare degli anni, cresce in maniera esponenziale il numero di persone che manifestano reazioni allergiche verso le sostanze con cui entrano in contatto ogni giorno. Il fenomeno riguarda in special modo determinate categorie di lavoratori, tanto che le dermatiti da contatto rientrano a pieno titolo nell’elenco delle nuove malattie dermatologiche professionali.
Come abbiamo potuto constatare finora, per una corretta diagnosi di questa tipologia di infiammazioni cutanee occorre sottoporsi a degli appositi patch test per allergie. Ma da quali sintomi si riconosce una dermatite da contatto?
Nei soggetti colpiti il contatto con le sostanze incriminate, definite allergeni, provoca una reazione eccessiva del sistema di difesa del corpo, aprendo la strada all’insorgenza di sintomi quali rossori e fastidiosi stati irritativi, accompagnati molto spesso da un prurito intenso. In alcune circostanze, si possono anche verificare delle reazioni a distanza, ovvero la comparsa di macchie e di infiammazioni a vari centimetri dall’area cutanea entrata effettivamente a contatto con gli allergeni.
Altri segni di questa tipologia di dermatiti possono variare a seconda della reattività soggettiva e comprendono, tra i vari: eritema, papule, vescicole, pustole, bolle e croste.
A maggiore rischio di insorgenza di dermatite da contatto sono categorie professionali quali i lavoratori dell’industria siderurgica, metalmeccanica e manifatturiera, i tipografi, gli agricoltori e gli operatori del settore edile. Ma anche altri lavoratori sono inclusi nella lista di chi si sottopone generalmente a patch test per allergie. È il caso dei medici, degli infermieri o dei parrucchieri.
Cause di dermatite allergica da contatto
La dermatite da contatto allergica può essere scatenata dal contatto con allergeni chimici o ambientali. L’elenco delle sostanze incriminate è piuttosto ampio e include:
- sostanze comunemente presenti in cosmetici, profumi e detersivi quali caselina, parabeni e parafenilendiamina;
- sostanze chimiche utilizzate nell’industria tessile o calzaturiera, nell’edilizia e in altri produzioni industriali come fibre tessili, resine,additivi della gomma, formaldeide, cuoio e relativi collanti;
- composti metallici di vario tipo, tra cui il nichel;
- sostanze volatili presenti nell’ambiente e trasportate per via aerea;
- farmaci per uso topico, tra cui antisettici e anestetici;
- svariate piante e sostanze vegetali.