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Coronavirus: i segnali della pelle

Coronavirus: i segnali della pelle

Uno studio italiano coordinato dal Prof. Angelo Marzano ha individuato 6 alterazioni cutanee che possono essere confuse con varicella, orticaria, vasculite e geloni ma in realtà sono manifestazioni cutanee del Sars-CoV-2, associate a vari stadi della malattia. Pertanto, in presenza di uno di questi segnali sulla pelle, seppur apparentemente banali, può essere opportuna una accurata visita dermatologica per valutare l’opportunità di un tampone diagnostico. L’obiettivo dello studio è stato quello di contribuire a una sempre più rapida e approfondita conoscenza della malattia per far sì che la Comunità Scientifica possa sconfiggerla nel più breve tempo possibile.

Come si manifesta il Coronavirus attraverso la pelle?

Non solo tosse, febbre, bronchite o polmonite. Il Covid 19 ha anche altre strade attraverso cui manifestarsi: per esempio la pelle, con apparenti “banali” alterazioni. Dallo studio condotto e pubblicato sul prestigioso Journal of the American Academy of Dermatology, sono state individuate ben 6 manifestazioni cutanee correlate al Coronavirus:

1) un quadro clinico simile all’orticaria,

2) un’eruzione morbilliforme sia agli arti che al tronco;

3) una reazione cutanea tipo varicella;

4) presenza di lesioni tipo geloni;

5) livedo reticularis, simile ad ecchimosi da trauma;

6) vasculite, con un colorito rosso vinoso e possibile formazione di ulcere sugli arti inferiori.

L’obiettivo dello studio

L’obiettivo era correlare statisticamente i 6 specifici quadri cutanei con la gravità della malattia COVID-19 e i sintomi di quest’ultima (febbre, polmonite, difficoltà respiratoria, etc). Un intento questo, motivato dalla volontà di studiare i meccanismi attraverso i quali il virus produce le lesioni cutanee, una volta che si è introdotto nell’organismo attraverso l’apparato respiratorio.

Le indagini sono state condotte nella prima fase della pandemia, nel mese di marzo 2020 e la contribuzione di 21 Centri di Dermatologia italiani alla raccolta dei dati clinici dei pazienti con manifestazioni cutanee associate al COVID-19.

Ogni Centro partecipante ha fornito ai ricercatori i dati sulla base di alcuni criteri:

1) maggiore età;

2) positività confermata in laboratorio o fortemente sospetta;

3) presenza di manifestazioni cutanee da COVID-19 confermate da un dermatologo esperto.

Com’è stato condotto lo studio?

Lo studio è stato condotto su 200 pazienti in tutta Italia, di cui il 54% maschi e con un’età media al momento della diagnosi di 57 anni.

I parametri presi in considerazione includevano sesso, età al momento dell’insorgenza della malattia, presenza o assenza di comorbidità, manifestazioni cutanee, presenza o assenza di lesioni mucose, durata delle manifestazioni cutanee. E ancora, sintomi correlati alla pelle, sintomi sistemici, durata dei sintomi sistemici, latenza tra le manifestazioni cutanee e sintomi sistemici e gravità della patologia.

La gravità dell’infezione da Coronavirus è stata classificata secondo 4 livelli: stato asintomatico, gravità lieve, moderato e grave.

Dal campione di 200 pazienti, sono risultati asintomatici 31 pazienti (15.5%), mentre 51 (25.5%) presentavano una forma lieve della malattia. Il 47.5% dei pazienti (95) aveva una forma moderata, e l’11.5% (23) una forma severa. Inoltre, 86 dei 195 pazienti (con dati disponibili 43%) avevano manifestato almeno una comorbidità.

Queste le percentuali dei fenotipi cutanei individuati: orticarioide 13.2%,eritematosa o morbilliforme 27.4%, simile a varicella 16.2%, geloni 25.4%, ecchimosi 3.6 %, vasculite 10.7%:

Cosa è emerso?

La durata media delle manifestazioni cutanee osservata è stata di 12 giorni; quella dei geloni era di 22 giorni. Inoltre, si è  rilevato che i geloni erano il sintomo prevalente tra i giovani ed erano associati ad una manifestazione quasi sempre asintomatica del virus, mentre tutti gli altri fenotipi erano collegati ad una forma più o meno severa.

Dallo studio è emerso inoltre che non vi è una proporzione diretta tra sintomi cutanei aggressivi e gravità del COVID. Piuttosto, una correlazione tra aumento dell’età e aumento della gravità della malattia.

Bisogna quindi prestare particolare attenzione a dei segnali precisi che compaiono sulla pelle: un’apparente orticaria, un eritema molto esteso, una improvvisa vasculite, ecchimosi e geloni vanno considerati tutti possibili spie della malattia che devono indurci a fare un tampone.