Cristina Marrone, sul Corriere della Sera, condivide uno studio coordinato da Ines Schreiver, dell’Istituto Federale tedesco per la valutazione dei rischi (Bfr) per cui si dimostra che gli inchiostri usati per i tatuaggi possono liberare minuscole particelle, che viaggiano all’interno del nostro organismo arrivando fino ai linfonodi. Questa scoperta è avvenuta grazie a un nuovo e potentissimo microscopio che utilizza la luce di sincrotrone. Per i più appassionati che non vogliono rinunciare al tatuaggio, al momento non c’è ancora chiarezza sulle conseguenze che possono intaccare la salute: l’unica certezza al momento osservata è un piccolo rigonfiamento dei linfonodi.
La composizione chimica dei colori e le sostanze utilizzate
Dato l’aumento dei “tattoo lovers”, le pratiche di igiene e di cura degli aghi e degli strumenti utilizzati in centri specifici sono aumentate. I clienti sono sempre più esigenti e si guardano bene dall’affidarsi alle mani sbagliate. Ciò che comunque non si sa ancora con certezza è la composizione dell’inchiostro, soprattutto quello colorato.
Quando qualcuno vuole farsi un tatuaggio è molto attento a rivolgersi a centri che utilizzano aghi sterili. Tuttavia nessuno controlla la composizione chimica dei colori, bisognerebbe farlo e adesso ne dimostriamo il motivo.
Così commenta Hiram Castillo, del Centro europeo per la luce di sincrotrone Esfr (European Synchrotron Radiation Facility) di Grenoble. La maggior parte degli inchiostri contiene pigmenti organici, ma alcuni colori, soprattutto il bianco, possono contenere tracce di nichel, cromo, manganese, cobalto e biossido di titanio. Questi piccolissime nano particelle derivate dai colori sembra che pentrino nei tessuti fino ad arrivare ai linfonodi.
Sapevamo già che i pigmenti dai tatuaggi andavano nei linfonodi, che si colorano del colore del tatuaggio, ma non sapevamo che lo facessero a livello di nano particelle.
Spiega Bernhard Hesse, uno dei due primi autori dello studio. Gli studiosi hanno quindi verificato come alcuni residui possono diventare a breve o a lungo termine, tossici per i tessuti. Queste nano particelle, possono infatti migrare all’interno dell’organismo e talvolta generare una reazione cutanea.
Gli pseudolinfomi e la ricerca sugli inchiostri
Cristina Marrone del Corriere della Sera, ha chiesto anche l’opinione di un esperto dermatologo italiano, Prof. Antonino Di Pietro direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano. Di Pietro chiarisce come da sempre fosse presente il sospetto che che l’inchiostro dei tatuaggi, in alcuni casi, può generare l’ingrossamento dei linfonodi (pseudolinfomi). Il dermatologo chiarisce anche il proprio punto di vista:
Questo nuovo studio ha potuto accertare quello che era un sospetto, e cioè che la causa dei pseudolinfomi possono essere anche gli inchiostri dei tatuaggi. L’infiammazione del sistema linfatico è qualcosa che in genere si risolve da sé, ma se si parla di cronicità allora siamo di fronte a possibili alterazioni del sistema immunitario. Le particelle di inchiostro, entrando nel sistema linfatico possono ipoteticamente raggiungere i vari organi, ma le conseguenze al momento non sono note e sarà certamente oggetto di studi futuri.
Ci sono ancora molti studi da effettuare per verificare se veramente i pigmenti degli inchiostri per tatuaggi siano effettivamente nocivi e su questo punto anche il dermatologo Di Pietro è d’accordo. L’esperto raccomanda ai tattoo lovers di sottoporsi almeno una volta all’anno in centri specializzati come il Centro Tatuaggio Sicuro di Milano, dove anche sotto l’inchiostro del tatuaggio è possibile verificare la salute della pelle e l’eventuale presenza di melanomi.