Vitamina D3 e sole: parla il Prof. Antonino di Pietro
Il Prof. Antonino Di Pietro, dermatologo plastico, fondatore e direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis è intervenuto al podcast Beauty in Vogue (ascoltabile qui) per spiegare quanto la vitamina D3 sia indispensabile per il nostro benessere e per capire quanto e come esporsi al sole,
In che modo il sole fa bene alla pelle?
Il sole ha tanti vantaggi per la pelle. Una corretta quantità di luce, di sole, e quindi di raggi ultravioletti e infrarossi e tutte le radiazioni solari che ci raggiungono, sono fonte di vita. Nelle nostre cellule esistono degli “organelli” chiamati citocromi: sono come dei microchip che catturano la luce e la trasformano in energia vitale. Energia utile ed importantissima per il funzionamento delle nostre cellule.
Vi è tutto un sistema altamente sofisticato che utilizza la luce per dare energia. La luce attiva le cellule e stimola il nostro sistema immunitario, quindi ci aiuta a difenderci dall’ambiente esterno e dalle infezioni. Inoltre regola la produzione ormonale.
Sulla pelle il sole è importante perché aumenta il ricambio cellulare, favorisce la formazione di una pelle sempre nuova che migliora anche la microcircolazione.
Qual è la relazione tra pelle, vitamina D e sole?
Ci sono dei legami molto importanti, vitali. Scopriamo sempre di più il ruolo della vitamina D, in particolare della vitamina D3, quella più utile al nostro organismo per aiutare la vitalità delle nostre cellule e per regolare tutte le attività dei vari distretti corporei. “Noi dermatologi abbiamo scoperto l’importanza della vitamina D per malattie come la psoriasi”. Esistono creme contenenti vitamina D che aiutano a migliorare la situazione cutanea. In alcuni casi aiuta molto anche il sistema immunitario e quindi ci aiuta a difenderci dagli agenti esterni.
La vitamina D viene prodotta grazie al sole?
È strettamente connessa al sole in quanto la vitamina D viene utilizzata dall’organismo grazie alla conseguente attivazione data dai raggi solari, i raggi ultravioletti, in particolare degli UVB che si è scoperto essere quelli più utili nella produzione della vitamina D. Noi medici, e in particolare noi dermatologi, apprezziamo sempre di più il ruolo di questa vitamina, ma soprattutto l’azione positiva del sole nei nostri confronti.” L’atteggiamento sta cambiando – afferma il prof. Antonino Di Pietro – io da anni ripeto che il sole non è un nemico”. Il sole è un nostro amico e in particolare con la vitamina D stiamo scoprendo l’importanza di una corretta esposizione solare.
Quanto sole e quando prenderlo per stare bene e godere appieno dei suoi benefici?
Questo dipende molto dal tipo di pelle. Alcune persone hanno la pelle estremamente delicata, spesso associata a capelli rossi o biondi e occhi chiari: queste persone fanno fatica a produrre la melanina e devono esporsi al sole molto gradualmente e con tempi brevissimi. Mediamente, nei primi giorni di esposizione, venti minuti o mezzora la mattina e altrettanti al pomeriggio, stando al sole pieno, sono un buon dosaggio.
Man mano poi che la nostra pelle comincia a difendersi e produce melanina (ce ne accorgiamo perché ci abbronziamo) allora è possibile prolungare i tempi di esposizione. Importante proteggere la pelle, soprattutto nei primi giorni, con creme schermanti – ricorda il prof. Di Pietro. Se infatti non prestiamo attenzione e ci esponiamo più di quanto la nostra pelle ce lo consenta, finiremo per pagarne le conseguenze, con ustioni, eritemi e danni alla nostra pelle.
Anche con una crema schermante riusciamo a produrre vitamina D?
Se lo schermo è molto alto la vitamina D viene prodotta in minore quantità. Alcune creme solari schermano anche i raggi UVB, utili alla produzione di vitamina D3. Tuttavia è importante sapere che un eccesso di raggi UVB potrebbe essere pericoloso per l’invecchiamento cutaneo e per l’insorgenza di tumori quali i melanomi.
Ricordiamoci che anche se mettiamo la crema sul viso abbiamo tutto il resto del corpo utile alla produzione di vitamina D. Sulle parti più delicate come viso, décolleté e la pelle del seno, che essendo più sottile e delicata può ustionarsi facilmente, è fondamentale utilizzare una crema schermante – sottolinea il prof Di Pietro.
Quale fattore di protezione solare scegliere?
I primi giorni di esposizione a sole è raccomandato utilizzare una crema con SPF50, soprattutto sulle spalle sull’addome e sulle gambe, zone che possono essere a rischio. Dopo quattro o cinque giorni, quando vediamo che la nostra pelle ha preso un po’ di colore, indicandoci la presenza di una buona quantità di melanina, allora è possibile scendere su un fattore protettivo 30 o 20, continuando a godere dei raggi solari in sicurezza.