I tumori della pelle possono originare da due diversi tipi di cellule costituenti l’epidermide: i cheratinociti, cellule di rivestimento, e i melanociti, cellule deputate alla produzione di melanina, che, in condizioni usuali, danno origine ad agglomerati scuri visibili in superficie e chiamati nei. A seconda delle cellule da cui originano, i tumori della pelle possono essere divisi in due grandi famiglie: neoplasie cutanee di origine epiteliale e melanomi.
Neoplasie cutanee di origine epiteliale
Originano dai cheratinociti e costituiscono le neoplasie cutanee più frequenti dopo i 50 anni. Insorgono principalmente sul viso e sulle mani, zone maggiormente esposte ai raggi del sole.
In tutto il mondo, negli ultimi anni si è verificato un aumento di incidenza annuale dal 3% all’8% a partire dal 1960.
I fattori di rischio per lo sviluppo di neoplasie cutanee di origine epiteliale sono rappresentati dall’avere una carnagione chiara, capelli chiari, prolungata esposizione ai raggi ultravioletti e ustioni solari.
È possibile identificare due istotipi di tumori cutanei di origine epiteliale:
- Il carcinoma basocellulare, è un tumore molto frequente, rappresenta circa il 15 % di tutte le neoplasie e sebbene sia spesso a prognosi favorevole è importante la diagnosi e il trattamento precoce.
- Il carcinoma squamocellulare (o spinocellulare), è un tumore invasivo che può avere comportamento aggressivo, pertanto il trattamento d’elezione è l’asportazione chirurgica.
Melanoma
Il melanoma è un tumore maligno che origina dai melanociti. Ha solitamente origine cutanea, più raramente oculare (melanoma oculare) o dalle mucose (es. apparato esofago-gastro-intestinale). Risulta più frequente nei giovani (fascia under 50), rappresentando il secondo tumore per incidenza nel genere maschile e il terzo nel genere femminile.
In Italia la stima dei melanomi, e dei decessi legati ad essi raggiunge circa 7.000 casi l’anno. L’incidenza è maggiore al Nord rispetto al Sud con una proporzione di 10 a 4 ogni 100.000 abitanti.
Negli uomini il melanoma ha un’incidenza del 4,2% sul totale di nuovi casi di tumore nel 2020; nelle donne l’incidenza è del 3,7% (incidenza totale del melanoma = 4%).
Nel 2020 in Italia si stima che i pazienti in vita dopo una diagnosi di melanoma siano 169.900, di cui 80.069 di sesso maschile e 89.831 di sesso femminile.
Caratteristiche del melanoma
Esistono diversi tipi di melanoma:
- MELANOMA A DIFFUSIONE SUPERFICIALE (il più comune, riguarda il 70% di tutti i melanomi)
- MELANOMA NODULARE (rappresenta circa il 10-15% dei melanomi cutanei e presenta una prognosi peggiore)
- LENTIGO MALIGNA-MELANOMA (melanoma a prognosi più favorevole, principalmente negli anziani)
- MELANOMA LENTIGGINOSO ACRALE (la forma più comune di melanoma nei gruppi etnici dell’Asia e dell’Africa, tende a manifestarsi sotto le unghie delle mani e dei piedi)
Per quanto riguarda il genere il melanoma tende a colpire maggiormente il sesso femminile (55% dei casi di melanoma) interessando prevalentemente le regioni del volto e delle gambe, mentre nell’uomo la regione cutanea più colpita è il tronco.
Fattori di rischio per lo sviluppo del melanoma
Come nella maggior parte dei tumori, l’entità del rischio a sviluppare un melanoma è determinata sia da una predisposizione genetica, sia dall’esposizione a fattori ambientali:
- Familiarità: due o più familiari di primo grado con diagnosi di melanoma
- Fototipo cutaneo 1 e 2 (chiari): tipi di persone con capelli biondi, occhi chiari e lentiggini, che tendono a scottarsi quando esposti al sole
- Numero di nevi (nei): più di 100
- Esposizioni solari scorrette, specie in età infantile con scottature
- Esposizioni solari irregolari, in brevi periodi dell’anno ma molto intense, specie prima dei 20 anni
- Esposizione frequente alle lampade abbronzanti
- Presenza di nevo melanocitico congenito gigante
- Sindrome del nevo atipico e displasico (regola ABCDE): considerare asimmetria, bordi, colore, dimensioni ed evoluzione per distinguere un neo non critico da un melanoma
- Pregressa diagnosi di melanoma
Come riconoscere un melanoma?
La regola dell’ABCDE
È possibile riconoscere il melanoma nelle fasi iniziali del suo sviluppo tramite l’autoesame della cute. Il primo campanello d’allarme è il cambiamento o la comparsa di un nuovo neo.
Grazie a cinque caratteristiche riassumibili con le prime cinque lettere dell’alfabeto è possibile effettuare facilmente e in autonomia una prima osservazione.
- A per Asimmetria → la forma del neo non è tondeggiante, ma una metà mostra delle irregolarità
- B per Bordi → i bordi della lesione sono irregolari e frastagliati a “carta geografica”
- C per Colore → il neo è scuro o non uniforme e presenta sfumature nere, marroni scure o rosse
- D per Dimensione → la dimensione del diametro è maggiore di 6 mm
- E per Evoluzione → la lesione tende a modificarsi rapidamente in termini di colore, elevazione, dimensione ed emorragie.
Diagnosi
Nel caso in cui si osservassero delle alterazioni in seguito all’autoesame della cute, è consigliabile rivolgersi al proprio medico curante, che, in seguito ad una visita accurata, potrà suggerire un consulto dermatologico per una valutazione più approfondita ed eventuali esami strumentali.
L’epiluminescenza o dermatoscopia è un esame semplice e non invasivo che permette di esaminare le lesioni della pelle tramite strumenti ottici e di valutare il colore e le microstrutture dello strato superiore dell’epidermide, non visibili ad occhio nudo; questo esame è fondamentale per la prevenzione e per la scelta del trattamento più adeguato.
La definizione delle caratteristiche dell’alterazione e la diagnosi definitiva sono possibili solo mediante l’esame istologico. Tramite l’asportazione chirurgica del neo o di parte di esso, è possibile infatti accertare l’eventuale presenza di cellule tumorali.
Trattamento
Opzioni di trattamento:
- Chirurgia: in genere è la prima scelta e spesso permette una guarigione di malattia in fase iniziale. L’intervento prevede l’asportazione anche di una parte di tessuto sano circoscritto a quello malato per eliminare con certezza tutte le cellule tumorali. In alcuni casi vengono rimossi chirurgicamente i primi linfonodi a ricevere la linfa dal tumore (linfonodi “sentinella”). Se in questi si riscontra traccia di cellule tumorali, vengono asportati tutti i linfonodi dell’area coinvolta. La chirurgia viene impiegata anche nella rimozione di eventuali metastasi.
- Terapia farmacologica: impiegata nei casi di malattia avanzata. Attualmente si predilige l’impiego dell’immunoterapia e della terapia a bersaglio molecolare. Nel caso questi interventi non sortissero effetti desiderati, si procede con la chemioterapia.
- Radioterapia: utilizzata principalmente nei casi di metastasi ossee o cerebrali, unitamente ad altri trattamenti. Può essere impiegata a scopo palliativo dei sintomi.
- Terapie loco-regionali: dosi elevate da somministrare in aree isolabili (ad es. arti).
La scelta del trattamento varia in funzione dell’estensione della malattia, del tipo di risposta che si vuole ottenere e della presenza di eventuali altre patologie, oltre che delle preferenze del paziente.
Prevenzione
La prevenzione primaria rappresenta un aspetto fondamentale per ridurre il rischio di insorgenza di melanomi.
Tra i comportamenti che riducono il rischio di cancro alla pelle vi sono:
- Limitare o, per quanto possibile evitare l’esposizione a raggi solari (UV) e a lampade abbronzanti; è raccomandabile proteggersi dal sole grazie all’impiego di cappelli (in particolare quelli anti raggi UV), creme solari ad alta protezione (50+, specie nelle ore più calde) ed evitare scottature e ustioni soprattutto in giovane età. L’eccessiva esposizione al sole induce invecchiamento della pelle e la comparsa di diversi tumori della cute oltre al melanoma, quali i carcinomi basocellulari e spinocellulari (i fototipi più chiari sono più colpiti, ma nessuno è immune, quindi è bene sempre seguire queste indicazioni).
- Controllare la pelle, osservando eventuali cambiamenti sospetti (per riconoscere la patologia nelle sue prime fasi e permettere una diagnosi precoce) ed eseguire visite specialistiche di controllo.
La prevenzione secondaria mediante l’impiego della dermatoscopia si pone come obiettivo di individuare lesioni sospette o neoplastiche tramite controlli dermatologici periodici, al fine di garantire una diagnosi precoce.
Il melanoma cutaneo è aumentato sempre di più nelle popolazioni europee e la recente riduzione dei tassi di mortalità, specie nei giovani, è riconducibile ai primi avanzamenti nella diagnosi precoce. Negli ultimi 20 anni è aumentato significativamente il numero di melanomi asportati in fase precoce, momento in cui lo spessore raggiunto è ancora minimo e questo rappresenta un indice di buona prognosi. Le campagne di educazione sanitaria per incentivare la popolazione ad osservare i cambiamenti dei propri nei, ha portato a scoprire sempre più melanomi con prognosi favorevole (60-70%). Ne ha giovato la sopravvivenza: nel 1960 solo il 50% dei pazienti con melanoma era ancora in vita a 5 anni dalla diagnosi, oggi la percentuale è salita all’80%.